 Padenghe
ha origini antiche: alcuni rinvenimenti archeologici recenti ne attestano
l’origine in età neolitica. In epoca romana, Padenghe fu certamente luogo di
riposo delle famiglie patrizie che gravitavano sulla corte imperiale milanese e
che – soprattutto nel III e IV secolo – costruirono qui ville sontuose e
templi. Sempre in epoca romana, Padenghe fu porto commerciale, che gareggiava
per importanza con quelli di Peschiera e di Riva. |
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All’epoca delle invasioni
barbariche, l’abitato – che sorgeva in riva al lago – si spostò sulla collina
dove si trova attualmente, a circa 120 metri di altitudine: per scopi di difesa
fu eretto il castello. Durante la dominazione della Serenissima, il porto fu
ampliato e dotato di dogana per il sale. Cosa andare a vedere: La
bella chiesetta di S. Emiliano, che in antico era la pieve. La
sua costruzione risale al XII secolo. L’interno è ad aula unica, con abside
semicircolare. Alle pareti, piccole finestre monofore. La chiesa parrocchiale di S. Maria è del 1682. Contiene
notevoli dipinti di Paolo Farinati (1522-1606) e di Zenon Veronese (secolo
XVI); si può anche ammirare una magnifica pala d’altare del Celesti e due
statue di Antonio Caregari (1699-1775). Villa Barbieri, del 1700, attuale
sede del municipio. Il castello. Costruito verso la fine del IX secolo, sui
resti di un antico fortilizio romano, il castello di Padenghe è forse il più
antico fra tutti quelli della Valtenesi. I successivi rifacimenti dei secoli
XIII e XIV gli hanno dato la forma attuale. E’ una costruzione poderosa, in cui
si rifugiavano gli abitanti di Padenghe per difendersi dalle incursioni dei
nemici invasori. Il castello ha pianta rettangolare e l’ingresso è sormontato
da una torre. Entro le mura, lungo stradine ad acciottolato, si trovano ancora
varie abitazioni, alcune restaurate di recente. |